Vito D. - Torino



Ho appena acquistato il Teac vrds 7 modificato Clinamen e l’ho messo sotto osservazione per saggiarne le doti. Prima di descrivere le mie impressioni di ascolto, volevo fare una piccola premessa sulla mia esperienza iniziale con Clinamenaudio e il suo ideatore, Stefano Buttafoco.

Ho sempre pensato alla medio-alta efficienza dei sistemi audio per una fruizione corretta e godibile della musica, mentre il mainstream imperante in genere parla di bassa efficienza dei diffusori pilotati da amplificatori da  centinaia di watt a stato solido.

 Per cui quando l’anno scorso, dopo aver scoperto Clinamenaudio sul web e quattro chiacchiere con Stefano, decido di andare a trovarlo per una prova sul campo. Sono partito con più di un dubbio circa la bassa potenza degli ampli (4-5 watt) pur abbinati a diffusori efficienti come i suoi.

 Lui mi riassicura sorridendo sotto i baffi, certo del risultato. Mi ero portato un po’ di cd’s dal carattere “forte” per mettere alla frusta l’impianto, ma mi sono dovuto ricredere, il tutto suonava con grinta e naturalezza allo stesso tempo.

 Chi si avvicina al mondo Clinamen deve essere pronto ad abbandonare idee preconcette e avere un’apertura mentale a 360°. Del resto l’approccio “commerciale” di Stefano non è orientato al cliente ma al prodotto che deve rispettare i capitolati di qualità della mission che si è data.  

 Giustamente poi, la scelta della vendita diretta coniuga nel miglior modo possibile l’esclusività dei prodotti e il prezzo, che è dato da componentistica di qualità, ore lavoro, e che lavoro!



 


Ma veniamo a noi. Anche qui sono partito un po’ dubbioso quando ho letto dei 500 millivolt di uscita del Teac modificato contro i canonici 2 volt, ma Stefano al telefono mi ha preavvisato di non lesinare con la manopola del volume. 
Solitamente ascolto a ore 10 ma con il Teac modificato non bisogna avere nessun timore ad andare ben oltre; il tutto ovviamente dipende dall’efficienza dei diffusori e dalla potenza dell’ampli. A ore 14 o 15 si libera tutto il potenziale possibile per ascolti potenti e indistorti. Il miglior digitale possibile? Ovviamente non lo so ma, andando con la memoria nel passato, Marantz Cd7, Teac P70-D70, Vitus Audio, non ricordo un risultato simile.

A parte la questione tecnica dei 500 millivolt che suggerisce di girare la manopola del volume, ma lo si fa comunque perché l’assenza di distorsione invita a farlo senza tornare indietro per il fastidio alle orecchie.


“La via naturale del suono” eccola servita…. Il tessuto armonico si arricchisce, gli strumenti sono “scontornati”, netti e separati, dinamica, le voci sono più intellegibili, riesco a capire certe frasi in inglese che prima erano poco chiare, rumori di ambienza portati alla luce e mai notati prima o molto soffusi. 

 Credo che il risultato sia da attribuire alla sapiente combinazione di più elementi, ottimamente implementati dal buon Stefano, partendo dall’ottima base meccanica del Teac. In testa l’uscita analogica a trasformatori seguita da accorgimenti sulle vibrazioni e sulle interferenze di natura elettromagnetica per mezzo di legni armonici e le stones di Sublima.

 La prova è stata condotta inserendo il lettore in un sistema ad alta efficienza con diffusori Royal Device da circa 95 dB pilotato dal suo ampli dedicato Vero Assoluto, zero feedback alternato ad un piccolo ampli valvolare da 8 watt.

 Intendo fare pubblicamente i miei complimenti a Stefano per la dedizione e la cura maniacale dei suoi lavori, ovviamente unite alla sua competenza, professionalità e attenzione al cliente.

 Gli ingredienti ci sono tutti per aspirare un giorno a completare il quadro del Full Clinamenaudio; non resta che riesumare il salvadanaio d’altri tempi, nel dubbio che si viva una sola volta.

 Un saluto a tutti gli appassionati.