Note tecniche sui trasformatori
16 Novembre 2024
Voglio spendere qualche parola su come sono realizzati i trasformatori usati all'interno delle mie unità SUT. Ritengo che la tecnica sia un mezzo di propaganda, quando essa sia razionale ed ingegnosa e sopratutto usata sull'altare dell'ottenimento di performance elettriche e musicali. Per questo non facciamo mistero delle tecniche usate, e anzi, ne vado fiero.
I miei trasformatori per moving coil sono avvolti su un nucleo con forma U+I. I nuclei Clinamen, nella forma U+I, sono usati da pochissimi costruttori ( solitamente viene usata la forma E+I ). Essi permettono una costruzione dell'avvolgimento PERFETTAMENTE BILANCIATA, a vantaggio dell'accoppiamento primario/secondario che si rispecchia in una eccellente linearità di risposta e del controllo dei parametri parassiti. Infatti le bobine vengono avvolte non su uno, ma bensi su due carcassine, ognuno inserito su ogni elemento verticale della "U". Gli avvolgimenti primari e secondari sono intercalati al fine di aumentare l'accoppiamento degli stessi, e migliorare dunque l'induttanza dispersa.
Le quattro famiglie di SUT che propongo si differenziano per:
- dimensione del nucleo: big ( 12,5 cm ³) e Giant ( 28,5 cm ³)
- lega magnetica del nucelo: MUMETALL in laminazione 0,35 mm, e VACOPERM 100 in laminazione 0,20 mm , tutti di provenienza VACUUMSCHMELZE
- Materiale degli avvolgimenti: rame 4N oppure una combinazione di filo hepta-litz ( sette fili singolarmente isolati ed intimamente avvolti elicoidalmente a formare un unico conduttore) al primario e cavo CARDAS 7N al secondario
- Box : alluminio pressofuso da 2,5 mm con trasformatori esterni racchiusi in calotta in ferro dolce, oppure box ricavato dal pieno per controllo numerico da masselli di Anticorodal con spessori dai 12 ai 15 mm.
Sia il mumetall che l'ancora piu' esclusivo Vacoperm 100 sono leghe Fe-Ni con alto contenuto di Nichel. Preferisco queste leghe, a quello di materiali amorfi ( Finemet, nanocristallini..), che a mio giudizio, tendono a dare un suono troppo analitico ( anche Hashimoto è di questo stesso parere). L'alta permeabilità magnetica delle leghe usate, alla estrema facilità di reagire alle variazioni di flusso magnetico, unitamente alle grandi sezioni del nucleo, permette di ottenere l'induttanza necessaria con poche spire: questo aiuta a contenere l'induttanza dispersa. ( proporzionale al quadrato del rapporto spire). La perdita di inserzione è molto bassa , in virtu' della bassa resistenza degli avvolgimenti. Anche l'induttanza primaria è sempre molto alta , al fine di assicurare una risposta in ampiezza ed in fase linearissima fino a 10 Hz. Infine la banda passante è scevra di risonanze dentro la banda audio.
I nuclei big sono usati nei modelli LICANCABUR e CORAPUNA. Su entrambi viene usato il piu nobile VACOPERM 100
I nuclei GIANT in mumetall sono usati sulla famiglia ETNA, mentre i GIANT in Vacoperm 100 sono usati sulla nuovissima linea KATLA , flagship della gamma di SUT Clinamen
Infine voglio precisare come l'uso del Vacoperm 100 nella laminazione di 0,20 mm sia piu prestazionale rispetto al mumetall sia per le caratteristiche magnetiche di maggiore permeabilità sia per la laminazione molto piu fine ( 0,20 invece che 0,35 mm). D'altro canto questo alza di molto i costi, e di produzione ( per tagliare i lamierini in Vacoperm si è stati costretti a ricorrere al taglio laser singolo di ognuno! ) e di montaggio: infatti il lamierino da 0,20mm è estremamente flessibile e nell'impacchettamento della colonna si rischia di piegarlo e deformarlo. Si pensi che in ogni nucleo GIANT in Vacoperm ( usato nel SUT flagship KATLA) vengono impiegati 120 lamierini!
A seguire un esempio del trasformatore SUT della linea ETNA ( nuclei GIANT in mumetall laminati 0,35 mm, e avvolgimenti in hepta-litz al primario e CARDAS 7N al secondario) prima che sia resinato all'interno del contenitore schermante. Si noti l'inusitata dimensione del nucleo, per queste applicazioni nonchè le molteplici sezioni degli avvolgimenti ( visibile anche il cavo hepta-litz dei coils primari), i quali risultano intercalati, e poi opportunamente collegati per minimizzare l'induttanza dispersa e le capacità parassite.